La storia di un viaggio. Dapprima verso le vette dell’Himalaya, e poi verso il continente indiano. Recarsi in seguito nella terra del Sol Levante, ricercando le proprie radici, e fermandosi ad esplorare i luoghi che conservano l'antico insegnamento buddista. E poi tornare in India, e viverla, tentando di comprenderne l’essenza. Infine, ritrovarsi nuovamente a casa nel piccolo Tibet indiano, che con dedizione e compassione continua a insegnare la via verso la conoscenza della vera natura dell’essere umano.

Monday, June 13, 2011

日本の電車 (treno giapponese)

E' sufficiente avventurarsi nella ferrovia metropolitana di Tokyo per avere un quadro chiaro e multisfacettato della vita giapponese. 
Prima di tutto è bene sottolineare che per muoversi a Tokyo è fondamentale conoscere la rete delle linee ferroviare. La città, infatti si è sviluppata contemporaneamente alle infrastrutture che la attraversano e la rendono il più esteso agglomerato urbano al mondo. Tokyo è composta da numerosi quartieri sviluppatisi attorno ad una stazione ferroviaria. Ogni stazione, quindi, rappresenta un centro ed è il cuore pulsante e sociale del quartiere attorno.
Quindi, dopo aver studiato la mappa ferroviaria, e conoscendo la stazione alla quale si vuole giungere, si può iniziare il viaggio. 

mappa rete metropolitana di Tokyo
Al binario si troveranno alcuni numeri impressi a terra alternati a linee orizzontali. I numeri rappresentano il numero del vagone corrispondente che si fermerà in quel tratto, e le linee, invece, l'apertura delle porte che si apriranno esattamente in quel punto. Dunque, in corrispondenza di queste linee, si troveranno due lunghe file di persone perfettamente allineate, che all'arrivo del treno si separeranno e si posizioneranno alle due estremità delle porte. Con calma e diligenza attenderanno che tutti i passeggeri scendano dal treno prima di entrare ordinatamente. Nel frattempo, amorevoli impiegati ferroviari si occuperanno di controllare l'orario di arrivo e di partenza del treno in secondi (non in minuti!). Quindi, gentilmente augureranno buon viaggio ad ogni treno e daranno consigli pratici ai passeggeri. Per esempio, nelle giornate di pioggia vengono annunciati messaggi per non dimenticare l'ombrello. E' incredibile con quale amore e devozione questi impiegati svolgano il proprio lavoro. Si può percepire l'orgoglio e la soddisfazione ogni volta che il treno arriva e parte perfettamente al secondo. Retti e impettiti, nella loro impeccabile uniforme, si sentono degni servitori della Nazione e del suo buon funzionamento quotidiano. E' commuovente vedere tanto amore nello svolgere un impiego così poco apprezzato in occidente.

Appena saliti sul treno, poi, verrà annunciato di non parlare al telefono e di togliere la suoneria per non infastidire gli altri passeggeri. E allora si potrà osservare che quasi tutti, trascorrono il viaggio (spesso di un oltre un'ora, date le enormi distanze) a scrivere messaggi o navigare su internet tramite cellulare. Sembra essere una parte estesa del corpo stesso per quanto venga usato. Le poche eccezioni, si dedicheranno invece al riposo. Dormono, sognano, si appoggiano sulla spalla della persona seduta accanto come tanti bambini in gita scolastica svegliatisi troppo presto. E poi, nel caso, ci si addormenta anche in piedi. Soprattutto durante le ore di ressa, per non soffermarsi troppo sul fastidio causato dall'essere schiacciati e pressati, si chiudono gli occhi per rilassarsi un poco. 

E poi, ovviamente, a seconda delle diverse ore del giorno si incontrano mille diverse sfacettature. Nel pomeriggio, i treni un poco più vuoti e vivibili, ospitano bambini delle scuole elementari in divisa, perfettamente attrezzati per ogni evenienza, dal capellino di riconoscimento, al cellulare legato allo zainetto per chiamare a casa nel caso di imprevisti. E poi gli anziani che dopo una vita trascorsa al lavoro in ufficio, possono finalmente dedicarsi alle gite e alle scampagnate. Ed ecco quindi gli ex impiegati in tenuta sportiva e casual, oltre che con qualche doloretto causato dall'età.
La sera tardi, invece, i treni si riempiono di impiegati un poco ubriachi, in ritorno da una cena con i colleghi dopo una dozzina di ore di sano lavoro. Già assopiti, aggiungono minuti preziosi alle cinque ore di sonno che li attendono, prima di iniziare la nuova giornata.

E ciò che più stupirà è il religioso silenzio che aleggia nel treno. Sia che sia pieno, sia vuoto, le uniche voci che si odono sono i rari pianti dei neonati.

 

 (dal documentario Baraka, una visione della città di Tokyo)

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