Dopo un paio di settimane trascorse insieme a simpatici giapponesi decisamente pratici della realtà italiana, e dopo aver conosciuto parecchi italiani residenti in Giappone penso di poter scrivere una riflessione a riguardo.
Prima di tutto è doverosa una nota circa il processo di addattamento in Giappone per uno straniero. Una sensazione di euforia iniziale (che può durare anche per quasi un anno!) viene seguita da un senso di isolamento e intolleranza verso abitudini e espressioni del popolo orientale. Tale sensazione viene però lentamente abbandonata (o dimenticata) in favore di una vero e proprio adattamento e integrazione, spesso accompagnato, o meglio, reso possibile dalla presenza di un compagno/a giapponese. In sintesi, quindi, l'italiano emigrato ad Oriente alla ricerca di nuove esperienze e conoscenze si rende conto, dopo un certo periodo, che Giappone e Italia non sono poi così diversi, per quanto siano per molti aspetti espressioni di due estremi opposti.
Il giapponese in Italia, invece, sarà per il forte senso di ammirazione che la cultura giapponese ha nei confronti dell'Italia (considerata come culla della società europea), per quanto possa aver difficoltà linguistiche e di differenze culturali, rimane lungamente fedele alla passione iniziale che si prova nella conoscenza di un nuovo Paese. E i giapponesi italianizzati condividono un senso di soddisfazione rispetto ai concittadini rimasti nell'isola, per essere riusciti ad affrontare l'oceano e oltrepassare il confine asiatico.
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noi, tutti figli di una stessa madre |
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