La storia di un viaggio. Dapprima verso le vette dell’Himalaya, e poi verso il continente indiano. Recarsi in seguito nella terra del Sol Levante, ricercando le proprie radici, e fermandosi ad esplorare i luoghi che conservano l'antico insegnamento buddista. E poi tornare in India, e viverla, tentando di comprenderne l’essenza. Infine, ritrovarsi nuovamente a casa nel piccolo Tibet indiano, che con dedizione e compassione continua a insegnare la via verso la conoscenza della vera natura dell’essere umano.

Thursday, June 23, 2011

Rispetto, devozione e arte.

Nel Giappone contemporaneo non vengono meno le tradizioni che da secoli affascinano il mondo occidentale. La ricerca e manifestazione continua verso l'armonia e la bellezza sono percepibili ovunque in questo Paese rigido e severo.
La lingua, per esempio, si differenzia sensibilmente a seconda del proprio interlocutore. Per un giapponese è fondamentale variare registro nel caso ci si rivolga a un proprio "superiore" o a un proprio "compagno maggiore" (senpai)  nell'ambito lavorativo (e qui il concetto di gerarchia è profondamente radicato), o anche a un persona più anziana anche di soli pochi anni. La differenza è principalmente nell'aggiunta di termini e locuzioni di cortesia, che non modificano il significato della frase, ma l'abbelliscono e l'armonizzano. A volte sembra quasi che vogliano onorare attraverso il suono delle parole.
Nei supermercati, poi, le cassiere intrattengono ripetendo il prezzo di ogni singolo prodotto acquistato, annunciano la somma che ricevono e contano il resto ad alta voce un paio di volte mostrando banconota per banconota. Il tutto di fronte agli occhi del cliente. Impossibile ricevere un resto sbagliato. Anche al momento della consegna dello stipendio viene ripetuto il classico rituale.
E il rito di gentilezza è presente un po' ovunque, durante i colloqui di lavoro, la consegna di volantini pubblicitari lungo le strade affollate, l'incontro fra due amici e così via. Nulla è, per così dire, semplice e improvvisato. Basti solo pensare che le recepioniste degli hotel (ma io penso anche le commesse delle maggior parte dei negozi) devono seguire un training per imparare a salutare, a rispondere al telefono e a porsi nei confronti del cliente (che in questo caso viene considerato "superiore").
Insomma, una dura scuola per apprendere le buone maniere e la gentilezza tipica giapponese. 

L'arte dell' Ikebana
Tutto ciò si sposa perfettamente con le tradizionali arti giapponesi (e ve ne sono moltissime (!!), dalle più classiche, come la pittura, la danza, il teatro a quelle più originale, come l'arte dell'arrangiare i fiori, ikebana, l'arte della cerimonia del tè, in pratica come fare, versare e bere il tè, l'arte del combattimento, cioè le arti marziali e tante altre). E la cosa più interessante è che lo studio di anche una sola singola arte racchiude i principi di base di tutte le altre.
 

Per esempio, l'arte della calligrafia (cioè la scrittura di ideogrammi), shodo 書道, ossia la via (道) della scrittura (書), si basa sul concetto che attraverso l'azione del pennello i gesti del calligrafo vengono convertiti in segni. E in questi singoli segni circola una forza (気 ki, ossia l'energia vitale della filosofia buddhista) che si armonizza nel rapporto tra una linea e un'altra. In altre parole, si dice che viene tracciato un percorso sulla carta che, per il suo carattere di istantaneità, simboleggia l'interiorità del calligrafo. Una specie di ritratto del "cuore".  

La composizione è ovviamente basata su rapporti proporzionali, ritmi, equilibri, pieni, vuoti, il tutto fondato su rigide nozioni e conoscenze storiche, stilistiche e formali. Un processo d'apprendimento, quindi, e di applicazione di tecniche per giungere a un affinamento interiore dell'individuo e al perfezionamento del sè. Si pensi che addirittura anche i samurai si dedicavano alla studio della calligrafia per sentire la forza del maestro e giungere alla Verità assoluta.
E' a dir poco disarmante percepire tanta bellezza e sensibilità così a lungo trasmesse da generazione a generazione. Soprattutto quando nel mondo contemporaneo giapponese ci si trova di fronte a individui che hanno dimenticato se stessi per devozione o rispetto, o meglio, in quanto devoti e portatori di rispetto forniscono un elegante alibi al proprio "io" al fine di non essere "costretti" a manifestare il proprio libero arbitrio e intuito. Una scelta verso un'esistenza sicura, protetta, unidirezionale e inconsapevole. La pace dell'anima senza "io".

無心 (mushin, "mente vuota")

Tuesday, June 14, 2011

e il Giappone fa i complimenti all'Italia!!!

E così il referendum anti nucleare italiano fa il giro del mondo e giunge anche in Giappone!!! WORLD CONNECTION!!! che l'umanità si stia realmente evolvendo verso una nuova coscienza?!

 



11 giugno, la grande manifestazione di Tokyo  
 
l'appello all'Italia


contro il nucleare.

Monday, June 13, 2011

日本の電車 (treno giapponese)

E' sufficiente avventurarsi nella ferrovia metropolitana di Tokyo per avere un quadro chiaro e multisfacettato della vita giapponese. 
Prima di tutto è bene sottolineare che per muoversi a Tokyo è fondamentale conoscere la rete delle linee ferroviare. La città, infatti si è sviluppata contemporaneamente alle infrastrutture che la attraversano e la rendono il più esteso agglomerato urbano al mondo. Tokyo è composta da numerosi quartieri sviluppatisi attorno ad una stazione ferroviaria. Ogni stazione, quindi, rappresenta un centro ed è il cuore pulsante e sociale del quartiere attorno.
Quindi, dopo aver studiato la mappa ferroviaria, e conoscendo la stazione alla quale si vuole giungere, si può iniziare il viaggio. 

mappa rete metropolitana di Tokyo
Al binario si troveranno alcuni numeri impressi a terra alternati a linee orizzontali. I numeri rappresentano il numero del vagone corrispondente che si fermerà in quel tratto, e le linee, invece, l'apertura delle porte che si apriranno esattamente in quel punto. Dunque, in corrispondenza di queste linee, si troveranno due lunghe file di persone perfettamente allineate, che all'arrivo del treno si separeranno e si posizioneranno alle due estremità delle porte. Con calma e diligenza attenderanno che tutti i passeggeri scendano dal treno prima di entrare ordinatamente. Nel frattempo, amorevoli impiegati ferroviari si occuperanno di controllare l'orario di arrivo e di partenza del treno in secondi (non in minuti!). Quindi, gentilmente augureranno buon viaggio ad ogni treno e daranno consigli pratici ai passeggeri. Per esempio, nelle giornate di pioggia vengono annunciati messaggi per non dimenticare l'ombrello. E' incredibile con quale amore e devozione questi impiegati svolgano il proprio lavoro. Si può percepire l'orgoglio e la soddisfazione ogni volta che il treno arriva e parte perfettamente al secondo. Retti e impettiti, nella loro impeccabile uniforme, si sentono degni servitori della Nazione e del suo buon funzionamento quotidiano. E' commuovente vedere tanto amore nello svolgere un impiego così poco apprezzato in occidente.

Appena saliti sul treno, poi, verrà annunciato di non parlare al telefono e di togliere la suoneria per non infastidire gli altri passeggeri. E allora si potrà osservare che quasi tutti, trascorrono il viaggio (spesso di un oltre un'ora, date le enormi distanze) a scrivere messaggi o navigare su internet tramite cellulare. Sembra essere una parte estesa del corpo stesso per quanto venga usato. Le poche eccezioni, si dedicheranno invece al riposo. Dormono, sognano, si appoggiano sulla spalla della persona seduta accanto come tanti bambini in gita scolastica svegliatisi troppo presto. E poi, nel caso, ci si addormenta anche in piedi. Soprattutto durante le ore di ressa, per non soffermarsi troppo sul fastidio causato dall'essere schiacciati e pressati, si chiudono gli occhi per rilassarsi un poco. 

E poi, ovviamente, a seconda delle diverse ore del giorno si incontrano mille diverse sfacettature. Nel pomeriggio, i treni un poco più vuoti e vivibili, ospitano bambini delle scuole elementari in divisa, perfettamente attrezzati per ogni evenienza, dal capellino di riconoscimento, al cellulare legato allo zainetto per chiamare a casa nel caso di imprevisti. E poi gli anziani che dopo una vita trascorsa al lavoro in ufficio, possono finalmente dedicarsi alle gite e alle scampagnate. Ed ecco quindi gli ex impiegati in tenuta sportiva e casual, oltre che con qualche doloretto causato dall'età.
La sera tardi, invece, i treni si riempiono di impiegati un poco ubriachi, in ritorno da una cena con i colleghi dopo una dozzina di ore di sano lavoro. Già assopiti, aggiungono minuti preziosi alle cinque ore di sonno che li attendono, prima di iniziare la nuova giornata.

E ciò che più stupirà è il religioso silenzio che aleggia nel treno. Sia che sia pieno, sia vuoto, le uniche voci che si odono sono i rari pianti dei neonati.

 

 (dal documentario Baraka, una visione della città di Tokyo)

Friday, June 3, 2011

solo un pensiero, oggi. per celebrare il nuovo sole nascente. Ka.

Un giorno un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?" .
"Gridano perché perdono la calma", rispose uno di loro.
"Ma perché gridare, se la persona sta al suo lato?", disse nuovamente il pensatore.
"Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti", replicò un altro discepolo.
E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?".
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati?
Il fatto è che, quando due persone sono arrabbiate, i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro.
D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E, quando l'amore è più intenso, non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano!" .
Infine il pensatore concluse dicendo:
"Quando voi discuterete, non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare".  
(Mahatma Gandhi)

観音 Kannon , colei che percepisce il pianto del mondo.
Lei, la Compassinone universale,
regge un granello di sabbia tra le dita,
simbolo di comprensione delle verità sottili.
E un ramo di salice (柳), che si piega al vento della tempesta,
senza mai spezzarsi.