La storia di un viaggio. Dapprima verso le vette dell’Himalaya, e poi verso il continente indiano. Recarsi in seguito nella terra del Sol Levante, ricercando le proprie radici, e fermandosi ad esplorare i luoghi che conservano l'antico insegnamento buddista. E poi tornare in India, e viverla, tentando di comprenderne l’essenza. Infine, ritrovarsi nuovamente a casa nel piccolo Tibet indiano, che con dedizione e compassione continua a insegnare la via verso la conoscenza della vera natura dell’essere umano.

Saturday, July 2, 2011

DO YOU KNOW THAT...

DO YOU KNOW THAT anybody who has spent a TOTAL of 6+ months in UK, Ireland, Italy, Holland, Saudi Arabia, Spain, Germany, France, Belgium, Portugal, Switzerland, between the years of 1980 and 2004
and, anybody who has spent a TOTAL of 5+ years in Australia, Austria, Greece, Sweden, Denmark, Finland, Luxembourg, Iceland, Albania, Andorra, Croatia, San Marino, Slovakia, Slovenia, Serbia, Czech Republic, Vatican City, Hungary, Bulgaria, Poland, Bosnia, Herzegovina, Macedonia, Malta, Monaco, Montenegro, Norway, Lichtenstein, Romania, between the years 1980 and 2004
and of course (!!) anybody who has entered the country in the past four weeks CANNOT DONATE BLOOD FOR ALL HS LIFE?!
DO YOU KNOW THAT ogniqualvolta (in bicicletta) si incontrano gli addetti alla potatura degli alberi lungo i marciapiedi delle strade, vi è un'omino il quale ha il compito di fermare i lavori per "agevolare" il passaggio (ovviamente accompagnato da un insostituibile rituale saluto).
DO YOU KNOW THAT se un commesso di un grande magazzino dà per errore un'informazione sbagliata (come, per esempio, "ritorna pure in questo negozio per disdire il contratto", quando l'annullamento non può essere effettuato in quel negozio), il collega si sentirà in dovere di scusarsi umilmente all'incirca una decina di volte per il disturbo arreccato al cliente (e possibilmente rallegrarlo con un omaggio del negozio/compagnia stessa).
DO YOU KNOW THAT la gentilezza e ospitalità giapponese nasconde un profondo senso di fastidio nei confronti di coloro che vanno e vengono dall'isola? (che si sentano inconsciamente traditi, o forse in pericolo?)
DO YOU KNOW THAT i famosi horimono o irezumi (入れ墨) giapponesi (ossia i cosiddetti tatuaggi) hanno tradizione e origine antichissime in Giappone, risalente al VI secolo a.C., utilizzati fondamentalmente per ragioni spirituali? Strettamente legati, poi, alla nascita della cultura del "mondo fluttuante", conobbero un periodo di grande fioritura nel 1800, grazie alle opere del celebre artista Katsushika Hokusai che rappresentavano valorosi eroi dal corpo decorato, ribelli contro la corrotta burocrazia. Ma soprattutto, DO YOU KNOW THAT solo nel XIX secolo, quando il Paese si aprì all'Occidente, l'irezumi venne prescritto, poichè si temeva che lo sfoggio dei costumi autoctoni postesse apparire ridicolo agli occidentali?! (e fu così che l'arte tradizionale venne trasmessa segretamente e illegamente sui corpi degli appartenenti alla Yakuza, mafia giapponese). Ma ovviamente, anzichè rimanerne schifati, gli stranieri appartenenti ai ceti aristocratici la trovarono affascinante, tanto che il re inglese Giorgio V e lo Zar Nicola I, vennero in Giappone per farsi tatuare dai maestri locali. Eppure come si spiega che nel Giappone moderno è common think considerare i tatuaggi simbolo di "sporcizia" e "impurezza", tanto da vietare l'ingresso nelle onsen (bagno termali giapponesi) a coloro che ne possiedono uno sul corpo?! Che si tratti di un'esempio di manipolazione su usi, costumi e pensieri di massa?
HAVE YOU EVER THOUGHT THAT il Giappone è l'unica nazione asiatica ad essere entrata nel cosidetto "primo mondo" di cui da secoli USA e Europa ne detengono il primato? Ma è anche l'unica nazione del cosidetto "primo mondo" a considerare la propria dinastia imperiale di origine divina tanto da enumerare gli anni in base alla salita al trono dell'imperatore (secondo il calendario giapponese oggi è il 23年-July- 2).

Che la grande Tokyo, forse la metropoli più sognata e decantata nel mondo contemporaneo, emblema del potere economico giapponese, spogliata dei recenti grattacieli, della super avanzatissima tecnologia, e di tutti i confort moderni, ricordi sotto una luce particolare, quei contadini indiani privati della loro terra e inglobati in un sitema metropolitano (ovviamente sul modello occidentale), che non solo non gli appartiene, ma per di più li impoverisce e costringe a una vita di stenti? Gli stranieri vengono, sfruttano, usano. Incidono sulle tradizioni locali. Difficilmente lasciano. Per di più prendono. E alla loro partenza, ciò che rimane non è altro che un gran desiderio di emulazione, un nuovo duro compito da assolvere: il dover inglobare nella propria vita e tradizione, nuovi schemi e usi. E sempre, questo processo conosce sofferenza e repressione. Immaginate un po' l'inserimento di "valori" occidentali (primo fra tutti la competitività economica) in un popolo docile e mite, devoto alla propria guida politica/religiosa, e profondamente onesto e generoso nei confronti dei propri simili (tipiche caratteristiche di tutta l'antica Asia), e per di più residente in un'isola, il che ha ovviamente comportato per secoli il quasi totale isolamento da influenze esterne.. che conseguenze potrebbe mai apportare?! .. Non stupiamoci, quindi, se nella loro indole siano così rigidi, e non esattamente ben disposti nei confronti degli stranieri che vanno e vengono. Non stupiamoci se non possiamo donare il sangue, perchè temino che in passato, in Europa, avremmo potuto contrarre il virus della mucca pazza (d'altra parte questa è una norma degli USA, con la differenza che negli USA non pubblicizzano la donatura del sangue nelle stazioni perchè vi è un disperato bisogno negli ospedali..).
E non stupiamoci se il Giappone detiene il primato dei suicidi mondiali, come vi sentireste voi, privati inconsciamente della vostra memoria/arte storica per non sfigurare, e meglio emulare i nuovi conquistatori silenziosi che si insinuano nelle vostre case portandovi un pacchettino contenente nuovi usi e costumi così che possiate essere più produttivi e competitivi a livello mondiale?! Ovviamente accompagnato dagli auguri (e richiesta per devozione) del capo divino e politico.

Drago, animale ancestrale nell'immaginario collettivo giapponese, simbolo di fortuna e buon augurio rappresenta gli opposti dell’acqua e del fuoco e si pone come una sorta di conciliazione di opposti, lo yin e lo yang, la cui sola esistenza simboleggia un qualcosa di completo.

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