La storia di un viaggio. Dapprima verso le vette dell’Himalaya, e poi verso il continente indiano. Recarsi in seguito nella terra del Sol Levante, ricercando le proprie radici, e fermandosi ad esplorare i luoghi che conservano l'antico insegnamento buddista. E poi tornare in India, e viverla, tentando di comprenderne l’essenza. Infine, ritrovarsi nuovamente a casa nel piccolo Tibet indiano, che con dedizione e compassione continua a insegnare la via verso la conoscenza della vera natura dell’essere umano.

Monday, May 23, 2011

Porte sacre nella frenetica Tokyo.

Torii, la porta sacra
E anche in questa strana città così tanto pulita e ordinata con i suoi precisi, frenetici e "omologati" abitanti, si incontrano oasi di pace e silenzio. L'ingresso del grande 代々木公園, Yoyogi Koen (parco Yoyogi) è segnato da una maestosa Torii, ossia quelle porte poste generalmente all'ingresso dei templi scintoisti che separano la zona profana dalla zona sacra e segnano l'ingresso nell'area del santuario. Il passarci sotto è un modo per purificare l'anima, necessario per poter pregare i kami (gli spiriti) ospitati nel tempio. L'origine di queste grandi strutture è probabilmente da far risalire alle Torana indiane presenti nel templi induisti. Ma come per molte tradizioni giapponesi vi sono sempre opinioni discordanti, che in questo caso ricondurebbero l'origine dele Torii alla Cina o alla Corea. 

il Sole di Tokyo
E quindi, superato questo ingresso sacro, ci si addentra in una fitta foresta di alberi che lasciano intravedere un leggero bagliore di luce. Un' atmosfera del tutto contrastante dalla caotica città che voracemente ospita i Tokyoiti. E, infine, per completare la macedonia di usi e costumi, si scopre che Yoyogi Koen è anche uno dei luoghi preferiti per ospitare festival musicali multiculturali, come il Reggea Festival che richiamava tutti gli stranieri soprattutto jamaicani e africani di Tokyo (che oltretutto sono tantissimi!!). Musica reggea condita da bancarelle di cibo etnico e di oggetti e vestiti indiani. Una seconda oasi, stavolta, creativa e multirazziale. Questa folle Tokyo continua a stupire!

Reggea Festival a Yoyogi Koen

Thursday, May 19, 2011

Italiani in Giappone o giapponesi in Italia?!

Dopo un paio di settimane trascorse insieme a simpatici giapponesi decisamente pratici della realtà italiana, e dopo aver conosciuto parecchi italiani residenti in Giappone penso di poter scrivere una riflessione a riguardo. 
Prima di tutto è doverosa una nota circa il processo di addattamento in Giappone per uno straniero. Una sensazione di euforia iniziale (che può durare anche per quasi  un anno!) viene seguita da un senso di isolamento e intolleranza verso abitudini e espressioni del popolo orientale. Tale sensazione viene però lentamente abbandonata (o dimenticata) in favore di una vero e proprio adattamento e integrazione, spesso accompagnato, o meglio, reso possibile dalla presenza di un compagno/a giapponese. In sintesi, quindi, l'italiano emigrato ad Oriente alla ricerca di nuove esperienze e conoscenze si rende conto, dopo un certo periodo, che Giappone e Italia non sono poi così diversi, per quanto siano per molti aspetti espressioni di due estremi opposti.
Il giapponese in Italia, invece, sarà per il forte senso di ammirazione che la cultura giapponese ha nei confronti dell'Italia (considerata come culla della società europea), per quanto possa aver difficoltà linguistiche e di differenze culturali, rimane lungamente fedele alla passione iniziale che si prova nella conoscenza di un nuovo Paese. E i giapponesi italianizzati condividono un senso di soddisfazione rispetto ai concittadini rimasti nell'isola, per essere riusciti ad affrontare l'oceano e oltrepassare il confine asiatico.

noi, tutti figli di una stessa madre
Mentre gli italiani giapponesizzati non sembrano custodire un tesoro speciale e segreto, ma piuttosto sembrano leggermente attori di una realtà alla quale possono partecipare solamente in qualità di comparse. E quindi insomma sembrano un poco più furbi gli isolani che affrontano il continente, forse anche perchè la realtà dell'isola non è mai completamente accessibile se non a colui che ha scelto di nascerci.

Sunday, May 15, 2011

Cestini a Tokyo? No grazie!

Non esistono cestini lungo le strade di Tokyo se non presso i famosi コンビニ (conbini) ossia quei mini market aperti ventiquattr'ore nei quali si rifugiano gli impiegati a tarda notte di ritorno dal lavoro (che in Giappone conosce orari a dir poco terrificanti!).
La strana usanza ha origine nel 2004, dopo che fu trovata una bomba in un cestino pubblico. Allorchè, come misura di prevenzione in Giappone è stato deciso di eliminare categoricamente tutti i cestini, e per i pochi sopravvissuti è stato deciso un nuovo design che prevede pannelli in plastica trasparente in modo tale da poter controllare l'interno.
Ciò che poi stupisce è il fatto che non vi è legge scritta, così come per molte altre disposizioni attualmente in vigore in Giappone, ma ciò che le determina e le regola altro non sono che il buon senso civico e la moralità sociale. E così si scopre che nel Paese del Sol Levante, famoso per essere really strict country, le leggi sono veramente poche. Strano, no?

Thursday, May 5, 2011

こどもの日、la leggenda della carpa.

Si narra di una carpa, coraggiosa e perseverante, che riuscì a risalire la cascata situata sul Dragon Gate (lungo il Fiume Giallo), superando ostacoli e spiriti malvagi. Gli dei, impressionati da tanto coraggio, la trasformarono in un dragone...cosicchè la carpa divenne in breve tempo il simbolo di chi aspirava a fare grandi cose, senza aver paura di affrontare le avversità e nuotare contro corrente. Il 5 maggio,  こどもの日 (festa dei bambini) è tradizione far volare fuori dalle case aquiloni a forma di carpa fatti di carta o stoffa. La carpa nera Magoi, la più grande, rappresenta il padre; le carpa rossa Higoi rappresenta la madre; mentre le successive in decrescendo di dimensioni, rappresentano i figli maschi in ordine di anzianità.


 

 

屋根より高い鯉幟
 Yane yori takai koi-nobori
Più alti dei tetti ci sono i koinobori

 大きな真鯉はお父さん
Ōki na magoi wa o-tō-san
La grande carpa nera è il padre

小さな緋鯉は子供たち
Chiisa na higoi wa kodomo-tachi
Le piccole carpe dorate sono i bambini

面白そうに泳いでる
Omoshirosō ni oyoideru
Sembra che si divertano a nuotare





Kintarō e la carpa
Si dice che la festa prenda origine dalla storia di Kintarō (金太郎)  il bambino d'oro, nato dalla principessa Yaegiri che dovette abbandonarlo mentre fuggiva dalla guerra. Egli crebbe da solo sul monte Ashigara, che domina la baia di Tokyo, allevato da una yama-uba (maga di montagna). Fin da bambino fu dotato di una forza straordinaria; vestito solo di un perizoma con ricamata sopra la parola 金 kin (oro) trascorreva il tempo a giocare con i suoi amici animali, e si diceva che conoscesse alla perfezione tutti i loro linguaggi. Batteva monti e foreste affrontando ogni genere di avversari, come l'orco che terrorizzava i villaggi del monte Oe, e si racconta che fosse riuscito a montare su una gigantesca carpa, padrona di un lago.

Oggi, dunque, in tutto il Giappone si celebra la gioia, la felicità e la spensieratezza dei bambini, nel rispetto di un sereno sviluppo delle loro personalità, e della crescita fisica e morale, e si prega per tutti quei bambini che ancora oggi stanno vivendo le conseguenze del terremoto nella zona di Fukushima. Che la loro innocenza possa continuare a splendere!





Sunday, May 1, 2011

Izanagi e Izanami

 イザナギ (Izanagi)  イザナミ (Izanami)
Ancora prima che esistesse il mondo, i Tre Dei Celesti della Creazione vivevano nelle Piane del Cielo Alto. Dopo di loro, sette generazioni di dei crearono gli elementi con cui è fatto l’universo. In quel tempo, la terra era ancora senza forma, fluttuante negli oceani.
Gli Dei del Cielo, allora, diedero alla luce due esseri divini, l'essenza maschile Izanagi (colui che invita) e l'essenza femminile Izanami (colei che invita), a cui affidare il compito di solificare le rocce e dividerle dalle acque. Per aiutarli in tale compito, venne loro donata una lancia ingioiellata, chiamata ame no hoko (lancia gioiello del cielo). Le due divinità raggiunsero, così, l'arcobaleno che congiungeva il cielo alla terra, l'ame no hashi date (ponte fluttuante del cielo) e sospesi al di sopra delle acque salmastre e turbinanti, vi immersero dall'alto la lunga lancia e, quando la ritrassero, dalla punta di quella lancia gocciolò del fango, che rapprendendosi divenne la prima isola del mondo. L'isola di Onogoro.
In seguito le due divinità misero al mondo trentacique Dei forti e vigorosi, ciascuno dei quali aveva poteri diversi. ll dio della terra, il dio delle montagne, il dio della pioggia e dei venti, il dio incaricato della semina e quello addetto al raccolto, il dio che proteggeva le case e il dio delle acque, il dio che controllava i vulcani e quello che imbrigliava le tempeste e molti altri ancora.
Un giorno decisero di dare vita al dio del fuoco Kagututi (incarnazione del fuoco) ma nel momento in cui nasceva egli con le sue fiamme, bruciò il corpo di sua madre e Izinami morì. Izinagi pianse per ore accanto al corpo della sposa morta, finchè, all’improvviso scomparve. Passarono i giorni, ma il dolore di Izinagi non cessava di tormentarlo. Decise, quindi, di recarsi nello Yomi-tsu-kuni (paese dei morti) che si trovava nel sottosuolo, con la speraza di  ritrovarla. Giunto all'ingresso del paese dei morti chiamò la moglie, che gli rispose di attendere e di non tentare di vederla. Ma l'impazienza vinse Izanagi, il quale accendendo un piccolo fuoco si avventurò nelle tenebre. Arrivò fino ad una grande caverna e lì vide, con orrore, il cadavere putrefatto della moglie attorniato da orrendi mostri. Izanami, ardente di rabbia corse contro al marito per ucciderlo. Izanagi fuggì su per il cunicolo e Izanami lo inseguì, mentre gli spiriti degli inferi la seguivano con gran fragore. Izanagi le sfuggì per un soffio e una volta uscito dalle tenebre, afferrò una grande roccia con la quale bloccò l'ingresso del mondo dei morti. Dall'altra parte della roccia, si udì la voce di Izanami: Fratello mio, poichè mi hai disonorata, e per colpa tua non potrà più tornare sulla terra, ogni giorno i miei spiriti verranno sulle nostre isole e strangoleranno mille uomini! Rispose Izanagi: Sorella amata, se tu farai così, in un sol giorno io farà nascere mille e cinquecento bambini!
Ed è così che da allora, ogni giorno muoiono mille persone e ne nascono millecinquecento.
da Kojiki (古事記 cronaca di antichi eventi, ca 700 d.C.)